Piazza San San Nicola, 1 - Silvi Paese
+39 333 775 0436

Silvi e la Tradizione Marinara

Cari amici locandieri,

oggi vi raccontiamo della grande tradizione marinara di Silvi, la nostra bellissima perla dell’Adriatico.

Le acque dell’Adriatico lambiscono la costa abruzzese, a volte accarezzandola dolcemente, altre infuriando con la potenza di tempeste e mareggiate. È proprio questo mare che ha forgiato, nel corso dei secoli, il carattere della “gente” di Silvi, rendendo la pesca una risorsa fondamentale e dando vita a una ricca cultura marinara, con il suo patrimonio di storie, tradizioni, folklore ed enogastronomia.

La tradizione marinara di Silvi è antica e profonda. Numerose generazioni di famiglie di pescatori hanno operato in questa cittadina, facendone una delle principali marinerie d’Abruzzo, specialmente dalla metà del diciannovesimo secolo fino agli anni Cinquanta del Novecento. Prima dell’avvento dei pescherecci a motore, le spiagge di Silvi erano punteggiate dalle pittoresche paranze, tipiche imbarcazioni per la pesca a strascico, con vele colorate in sfumature di giallo e rosso. Queste barche navigavano in coppia, ognuna trainando un’ala della rete a strascico. A fianco delle paranze c’erano le lancette, piccole barche in legno. Con la modernizzazione della marineria, queste furono sostituite da motobarche e lampare.

La pesca ha sempre unito i due nuclei principali della cittadina: Silvi Marina e Silvi Paese. Molte famiglie di pescatori vivevano nel borgo e proprio qui, a metà Ottocento, si aprì un cantiere per la costruzione delle imbarcazioni. Una volta pronte, queste venivano portate “alla marina” attraverso un ingegnoso sistema di travi, funi e carrucole, facendo letteralmente scivolare le barche dalla collina al mare con l’ausilio della forza umana e dei buoi, che fungevano da contrappeso lungo i ripidi tratti del sentiero.

Il legame tra i pescatori e il mare era fatto di “croce e delizia”. Nonostante la bellezza della natura e delle acque, la vita dei “marinai” era dura e piena di sacrifici: lunghe giornate e notti in mare, immergersi nelle gelide acque anche nelle stagioni più ostili, e le ansie delle donne rimaste a casa in attesa del ritorno dei loro cari. Molti sono gli aneddoti su alcuni pescatori leggendari, figure quasi mitiche che “accendevano i fiammiferi sotto il loro tallone” e “bevevano il vino rosso con i fichi” senza problemi di digestione.

Nella pittoresca cornice di Silvi, la tradizione culinaria marinara prende vita con antiche ricette tramandate dai pescatori locali e riportate sulle tavole di oggi. Tra queste, il piatto principe è il ricco e gustosissimo “Brodetto alla silvarola”, una tradizionale zuppa di pesce. Conosciuto in dialetto come “lu brudett” o “lu vridett”, questo piatto era originariamente una pietanza povera, preparata dai pescatori con il pescato invenduto. Il brodetto include principalmente pesci di piccolo taglio, come zanchette, merluzzetti, cicale di mare, triglie e seppioline, difficili da vendere al mercato.

La preparazione del brodetto richiede una cottura lenta e delicata, con gli ingredienti immersi in una tradizionale salsa di pomodoro. Un dettaglio importante nella cottura è che gli ingredienti non devono essere mescolati con utensili come forchette o cucchiai, ma è sufficiente scuotere lentamente il tegame, una tecnica nota come “vuscicare”.

Il brodetto di pesce è un piatto diffuso lungo tutta la costa abruzzese, con ogni paese che offre la propria variante. L’amore per questo piatto tradizionale è così profondo che Giulio Sigismondi, uno dei più grandi poeti dialettali della regione, gli ha dedicato la canzone “L’arta cchiù prelibate” nel 1947. Questa canzone non solo descrive scene di vita marinara ma riporta anche il procedimento per preparare il brodetto.

La tradizione culinaria marinara di Silvi è un vero tesoro, ricco di storia e sapori autentici, che continua a deliziare chiunque abbia la fortuna di assaporarla.

[…]Oh quand’è bell’a fa’ lu marinare, lu marinare
lu pesce a ripurtà nghi lu panare, nghi lu panare
pripare nu brudette, micce nu risciulette,
micce na cianghittelle, lu merluzzette, na sbanattelle,
micce la siccitelle, micce la panucchielle…
N’arte chiù prelibate ngi sta a lu monne, larillirà! 

Ancora tra i piatti della tradizione culinaria legata al mare di Silvi si possono elencare gli spaghetti con le paparazze (così come sono chiamate localmente le vongole), li caracò (lumache di mare)pipindun e sardell sfritt (peperoni con sarde soffrite con olio e peperoncino) e la papalin, pesce azzurro di piccolissimo taglio preparato con la pastella.

Sei mai stato a Silvi? In particolare a Silvi Paese o Silvi Alta fu definita da Gabriele D’Annunzio “la perla dell’Adriatico”.

Assaggia la vera cucina marinara e tradizionale abruzzese, fatta solo di pesce fresco appena pescato.

Goditi il panorama mozzafiato sull’Adriatico e se vuoi resta a dormire da noi.

Per ulteriori informazioni, contattaci e saremo lieti di trovare una soluzione per ogni tua esigenza.

Leave a reply

Devi essere connesso per inviare un commento.